Apocalittici e integrati - U Eco - Una Lettura
- Marcello Moscatelli
- 25 lug 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Il dibattito attorno ai Mass Media si è polarizzato attorno a due posizioni contrapposte.
Gli Apocalittici che li criticano fino al rifiuto e gli Integrati che ne fanno l'Apologia.
Gli Apocalittici sostengono che i Media generano una cultura di basso livello, innocua e scialba e semanticamente povera e conformista perché adatta all'uomo medio e perché deve servire agli interessi di chi i Media li gestisce, e incentivare l'adesione allo Satus quo sociopolitico e al consumismo e così via.
Intendono i Media come strumenti del Potere per il controllo sempre più efficace delle Masse.
Gli integrati esaltano la molteplicità dei contenuti veicolati, la loro accessibilità, e vedono nei Media uno strumento di acculturazione e di libera scelta.
Sbagliano entrambi perché il problema non è Media si o no.
Ogni nuova tecnica della comunicazione modifica l'intera cultura di una società, e crea una situazione nuova che deve essere letta nella sua complessità e nelle sue antinomie e nelle sue possibilità di evolvere in un senso o nell'altro.
Così gli Integrati ignorano che i problemi posti dagli Apocalittici sono spesso fondati e seri, egli Apocalittici ignorano che i Media non sono appannaggio del Potere e basta ma sono terreno di una nuova conflittualità semio-culturale che impone una nuova forma dell'impegno per il cambiamento.
Così la cultura "Bassa" generata dai Media è per l'uomo medio più "Alta" di quella di cui disponeva prima dei Media. Così alle mosse comunicative e culturali del Potere si può e si deve resistere proprio sul terreno della comunicazione e dell'uso alternativo dei Media e di un discorso controculturale adatto ad essere veicolato dai Media stessi (Sennò le Masse non le raggiungi).
Così occorre custodire luoghi eccentrici dove l'Avanguarda crea una controcultura. E via discorrendo. Una critica dei Media, una critica del conformismo, del consumismo, del cattivo gusto ecc... dentro alla società dei Media e non uno sterile rifiuto.
Questa la proposta generale di Eco attorno ad una questione oggi più che mai di attualità nell'era dei New Media, e che però va aggiornata ai tempi nuovi.
Ma resta un classico imprescindibile.
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