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Della Controinformazione

  • Immagine del redattore: Marcello Moscatelli
    Marcello Moscatelli
  • 18 ago 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

Ad un certo punto Gramsci capisce

che nelle società avanzate

il Potere non è fondato solo sulla forza

ma anche sul consenso.


La costruzione del consenso passa all'epoca

soprattutto attraverso gli intellettuali

da qui l'idea di intellettuale organico alla classe

come strumento di egemonia popolare in costruzione.


Oggi il problema posto da Gramsci rimane

ma il consenso passa soprattutto attraverso i media

e questo ci fa slittare

dall'intellettuale organico alla controinformazione.


Decostruire i Messaggi del Potere in maniera critica

per demistificarli

è uno dei compiti della controinformazione

e si può fare sfruttando lo slittamento dei codici

che sta o si può costruire

tra emittente e ricevente.


In questo modo si allenta la presa dei media mainstream

sulle coscienze

e si apre la strada del pensiero critico.


Ma la controinformazione deve anche costruire

dei messaggi alternativi.


Ma come abbiamo visto non c'è garanzia

che il messaggio alternativo passi

così come è nelle nostre intenzioni

perché il ricevente non lo legge

secondo i nostri codici

ma secondo i suoi.


E allora che fare?


Bene qui non si tratta più

di una controegemonia

ma di generare il Caos.


Moltiplicare e diffondere messaggi

senza preoccuparsi troppo delle conseguenze

in maniera da rendere caotica la semiosfera

e impedire qualunque egemonia

anche la nostra.


Si genera così la possibilità che il ricevente

esposto al caos

definisca in maniera autonoma la sua lettura

e in questa autonomia generata dal caos

sta la forma della Libertà

nella Società della comunicazione e dello spettacolo.


Guerriglia semiologica

anarchia semiologica

decostruzione illimitata

ordini caotici spontanei

nella semiosfera

che oggidì

è esattamente ciò che genera la prassi.

 
 
 

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