La Questione del Soggetto - Filosofia Politica
- Marcello Moscatelli
- 12 ago 2020
- Tempo di lettura: 3 min
All'inizio era semplice. C'era la classe operaia, un blocco omogeneo collocato in un luogo sociale specifico. La Fabbrica. E che in ragione della sua collocazione subalterna fissata dal suo ruolo lottava per l'emancipazione.
Poi Gramsci ha capito che almeno nei paesi avanzati la classe operaia non era autosufficiente. E il Soggetto è diventato una alleanza fra diverse classi. Il Blocco sociale a egemonia operaia.
Poi la situazione si complica ulteriormente.
Nell'ambito della Scuola di Francoforte Adorno sostiene che la prassi si è inceppata e il Soggetto è l'Intellettuale, che deve custodire e sviluppare la critica in attesa di tempi migliori.
Ma quando i tempi verranno (Il 68) non li riconoscerà.
Eppure in qualche modo il 68 da' ragione ad Adorno.
Il soggetto che insorge è lo studente, l'intellettuale in formazione, che acquisisce anche a volte un ruolo di direzione nei confronti della classe operaia.
E insorge contro la sua imminente proletarizzazione, il passaggio del lavoro cognitivo da classe dirigente a salariato subalterno.
Dunque Adorno ha ragione.
E Marcuse dice che il Soggetto è l'outsider, l'emarginato.
Emarginato perché troppo in alto o perché troppo in basso non importa.
E fuori dalla scuola di Francoforte l'Operaismo sostiene che il soggetto è l'operaio sociale, la classe operaia diffusa che non sta più in fabbrica ma nella Metropoli.
E nel 77 insorgono gli studenti, l'operaio sociale e gli emarginati.
E dunque hanno ragione tutti.
Ma proprio per questo nel 77 accade un'altra cosa.
Proprio per la molteplicità dei luoghi e dei soggetti il Movimento diventa un Rizoma, una Rete che collega soggettività socioculturali diverse.
Poi col Postmoderno accade un'altra cosa ancora.
Che il Rizoma diventa la forma generale della società.
Ma il Rizoma è la forma della società comunista.
E dunque col Postmoderno abbiamo il capitalismo dentro la forma sociale del comunismo.
E il Capitale si appropria del Rizoma nella forma dell'egemonia.
E accade anche che la scomposizione dei macrosoggetti sociali si radicalizza fino a generare la singolarità.
Nel Rizoma a egemonia capitalista non ci sono più soggetti collettivi omogenei, ancorché molteplici, ma singoli ciascuno dei quali percorre dentro al Rizoma la sua traiettoria orientata dal Capitale.
E questo genera quello che il Postoperaismo chiama la Moltitudine, che, appunto, a mio giudizio non è una nuova classe ma la dissoluzione di tutte le classi.
Dentro il Rizoma del Capitale la Moltitudine è il sottoproletariato che tende a diventare condizione sociale generale del lavoro.
Ma il sottoproletariato è la dissoluzione di tutte le classi, e la dissoluzione di tutte le classi è il comunismo.
Ancora il capitalismo dentro la forma sociale del comunismo.
E qui si pone il problema della Prassi.
Quale Prassi può agire questo nuovo soggetto/non soggetto?
Prendiamo l'alternativa tra Rivoluzione e rivolta.
Diciamo tra Camus e Sartre.
La rivoluzione è la dittatura oggi per la libertà domani.
Perché lo Stato socialista si estingue da sé.
Ma la Storia ci dice che quella che in Marx è una fase brevissima nella realtà è una fase lunghissima.
E allora la Rivoluzione non risolve il problema della libertà, perché se la dittatura dura trecento anni io la libertà non la vedrò mai.
E la sociologia ci dice che gli aggregati sociali non si estinguono ma tendono a persistere.
E dunque anche gli aggregati del potere della dittatura transitoria tenderanno a persistere e lo Stato socialista per legge sociologica non si estinguerà mai da sé.
E allora la Rivoluzione diventa la dittatura oggi e la libertà mai.
E cosa c'è oltre la Rivoluzione? Oltre l'ipotesi M-L classica? Oltre Sartre? (Almeno il Sartre che aderisce al Pcf?)
C'è la Rivolta.
C'è Camus.
La Rivolta è No Future.
La Rivolta è Punk.
La Rivolta è la libertà subito.
(E il comunismo subito è una delle istanze del 77)
La rivolta è disarticolare le illibertà esistenti nella misura maggiore possibile e ampliare le libertà esistenti nella misura maggiore possibile.
Qui e ora.
E sul piano sincronico questo ottiene una espansione immediata della sfera della libertà ma non assicura la vittoria definitiva della libertà.
Ma la Rivolta ha una dimensione diacronica.
E' il processo che progressivamente riduce le illibertà e amplia le libertà in misura sempre maggiore finché l'illibertà non sussiste più e la libertà diventa la forma generale della società.
Il Rizoma cessa di essere il Rizoma del Capitale e diventa il Rizoma dei soggetti nomadi fluidi liberi in continuo divenire dentro l'autodeterminazione di sé e delle loro relazioni.
Una strategia alternativa alla Rivoluzione, capace di fronteggiare lo scacco della Rivoluzione, adeguata alla nuova composizione sociale, adeguata all'Ontologia umana.
E per l'uomo l'Ontologia consiste nel non avere una Ontologia, una essenza fissa. Di non essere A=A alla Aristotele ma di essere caotico e fluido e aperto alla Eraclito.
E dunque e proprio per questo e solo per questo di essere libero.
L'uomo è essenzialmente libero proprio perché non ha una essenza e dunque come dice Marx produce le sue condizioni di esistenza e come dice Sartre (Ma l'esistenzialismo in generale) è ciò che decide di essere.
Insomma il Soggetto non esiste, e proprio perché non esiste è ontologicamente libero e dove non è esistenzialmente libero è sovversivo.
Libero Excursus su una questione cruciale.
Credo utile al Movimento.
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