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Semiotica e Comunicazione Politica - G Cosenza - Una Sintesi

  • Immagine del redattore: Marcello Moscatelli
    Marcello Moscatelli
  • 1 ago 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

L'agile libretto di Giovanna Cosenza evidenzia alcuni concetti base della comunicazione politica che possono essere utili a capire il nostro tempo perché focalizzati sull'attualità sociocultrale e politica.


Vedremo alcuni elementi uno per uno in maniera schematica.


1) Le classificazioni binarie.


Si è imposta nella sfera politica una prospettiva binaria che elimina le sfumature e la complessità in favore di una polarizzazione dogmatica Si/No Con me/Contro di me Bene/Male Vero/Falso.


Questa semplificazione porta con sé una regressione della dialettica politica democratica ed è collegata alla tendenza leaderistica.


Un partito non è più un soggetto plurale che compone attraverso il dibattito le variegate posizioni interne ma è il megafono del Leader, unico titolare del diritto di parola.


Questo schema si afferma nettamente in Italia con la discesa in campo di Berlusconi ma è diffuso in tutte le democrazie, e altrove fin da prima.



2) Verità.


In semiotica e anche in altre discipline vige un concetto debole di Verità, un concetto diciamo Fuzzy. Niente è solo vero e niente è solo falso ma ogni tesi è più o meno vera all'interno di una scala ideale.


Ma la polarizzazione si basa su un concetto forte di verità.


La mia tesi è tutta e solo vera, bella, giusta e quella dell'avversario è solo falsa, ingiusta, brutta.


Ne consegue la radicalizzazione dello scontro politico, una generale intolleranza e l'incapacità di affrontare i problemi con la necessaria flessibilità.



3) Storytelling.


Lo Storytelling è la tecnica di organizzare un discorso persuasivo. Una sorta di moderna retorica o narrazione.


Si impone di recente come categoria politica in quanto si ritiene che vincente è chi organizza la narrazione migliore.


Ma si oscilla tra una valutazione puramente tecnica (Funziona dunque è Ok) e una puramente contenutistica (Rifiuto dello Storytelling, se i contenuti sono buoni come lo dici lo dici).


Senza considerare che forma e contenuto della narrazione sono inseparabili e nessuno vale mai zero e nessuno vale mai 100.


Il rifiuto dello Storytelling è stato tipico della sinistra antiberlusconiana che lo considerava pura e semplice menzogna, senza preoccuparsi dunque di strutturare attorno ai propri contenuti una narrazione efficace. Ciò che ha contribuito alla debolezza della sinistra italiana.


In realtà raccontare e ascoltare storie è il modo normale attraverso il quale la mente umana impara le cose. E ogni rifiuto pregiudiziale è dunque destinato al fallimento.


Poi certo si può mentire attraverso lo Storytelling.


Ma lo Storytellyng non è in sé sinonimo di menzogna.



4) Premoderno. Moderno. postmoderno.



a) Premoderno, prima della televisione.


Quello che vale è l'organizzazione politica pesante, il radicamento sul territorio, parlare al proprio elettorato.


Tipicamente gli elettori ascoltano il loro partito e non ascoltano gli altri.


Prevale il voto di appartenenza, molto stabile.


b) Moderno, con la televisione


La televisione è un mezzo generalista e impone alla politica una comunicazione generalista.


Si parla a tutti, i propri elettori, gli elettori degli altri e gli indecisi.


Nessuno ignora più il discorso degli altri.


Nasce il voto di opinione basato sui programmi e più mobile.


Le strutture organizzate pesano di meno.


Comincia la prevalenza del Leader di cui abbiamo già parlato.

(In TV può e deve passare un messaggio semplice e chiaro, non può passare una riunione del Comitato Centrale, dunque deve parlare uno solo)


c) Postmoderno.


Nasce la rete telematica e la comunicazione diventa orizzontale.

Non più uno che parla a tutti come nel moderno ma tutti che parlano con tutti.

Orizzontalità, fluidità, autonomia, movimento.


I tre elementi sono sempre conviventi e intrecciati tra loro nella comunicazione politica, cambiano le forme e il peso relativo, diverso da paese a paese e da tempo a tempo.


5) Non guardare l'elefante.


Se dici a qualcuno di non pensare ad un elefante inevitabilmente costui penserà ad un elefante.


Cioè ogni comunicazione politica orientata alla critica dell'avversario rafforza l'avversario.


Questo ha fatto la sinistra italiana ai tempi dell'antiberlusconismo.


Occorre incentrare il discorso su di sé, sui propri valori, sulle proprie proposte e organizzare il tutto dentro una narrazione efficace ma autonoma.


Ecco che abbiamo percorso in sintesi le tematiche fondamentali della comunicazione politica. Così come esposte nel testo (Anche se qualcosa in effetti è stato tralasciato, per rendere più compatto questo articolo)


Testo divulgativo e chiaro pur con alcune parti un po' più tecniche.


Può essere utile per avere un orientamento generale su comunicazione e politica oggi.



 
 
 

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