Prenderemo spunto dalla nozione di Costellazione di Benjamin
per fare alcune riflessioni.
Costellazione come la intendiamo qui
designa l'idea
che la realtà si comprende
non attraverso un solo concetto
che riassume in sé la totalità
ma attraverso una molteplicità di concetti
relati tra loro, articolati
che definiscono un sistema flessibile
adeguato a leggere la complessità.
Di più, l'idea che questa molteplicità di strumenti culturali
non è costituita solo da concetti
ma da segni, impressioni, emozioni
cioè un quid che eccede la ragione
ed accede alla sensibilità
estetica e semiotica.
E ancora che non esiste una costellazione onnicomprensiva
ma una molteplicità di costellazioni
ciascuna relativa ad un certo territorio dell'Essere
(Qualcosa di simile ai giochi linguistici di Wittengstein).
E che le costellazioni non sono statiche ma dinamiche
in perpetuo divenire
perché in perpetuo divenire è l'Essere
e tutti i sui territori.
Ed ecco che il rapporto tra soggetto e realtà
non è più né un semplice rapporto teoretico di rispecchiamento
né un semplice rapporto teoretico
né una qualche forma permanente
né riconducibile a un qualche Uno
che riassume tutto.
Una via d'uscita dal sistema hegeliano
dall'idea di totalità
(Il tutto è il falso
diceva Adorno)
diversa dal nichilismo
e più vicina all'ermeneutica
alla quale offre
una configurazione particolare
definita dal trinomio Molteplicità/Variabilità/Frammenti.
Note così
sparse.
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