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  • Marcello Moscatelli

Dello Spettacolo - Dissertazione Random

Siamo nell'era che la produzione non è più essenzialmente agricola o industriale.

E' essenzialmente produzione di Segni.


L'Era dello Spettacolo.


Ma lo Spettacolo è lo Spettacolo della Merce, perché rappresenta le Merci tradizionalmente intese e le loro fantasmagorie e perché lo Spettacolo stesso è Merce.


E lo Spettacolo pervade ogni semiosfera invadendo ogni spazio culturale, percettivo e cognitivo fino al punto da diventare la realtà, che sostituisce la realtà fisica e la genera addirittura conformandola a sé.


E lo Spettacolo si muove freneticamente cancellando ogni temporalità e ogni logica.


Eternamente attuale esso sostituisce la rappresentazione di ieri con la rappresentazione di oggi, cancellando ogni storia e senza badare ad alcuna coerenza.


Pensare dentro lo Spettacolo diventa entrare in un eterno presente in cui oggi è vero l'esatto contrario di ciò che era vero ieri e di cui nessuno conserva memoria.


E in questo movimento perenne, perennemente identico a sé nell'istante in cui si da, sta l'eterno ritorno dell'identico. Della Merce fisica, della Merce Spettacolo, e di queste Merci come rapporto sociale.


Ciò che è rappresentato esiste e ciò che non è rappresentato non esiste, proprio perché lo Spettacolo è l'unica realtà esistente.


E lo Spettacolo è lo spettacolo della sussunzione dell'Uomo al Capitale e al tempo stesso lo Spettacolo della sussunzione dell'Uomo allo Spettacolo. Presentate come l'unica esistenza reale, l'unica esistenza possibile, l'unica esistenza tout court, l'esistenza autentica.



La libera fruizione dello Spettacolo dell'illibertà universale diventa la libertà dei contemporanei


E ciò che resiste allo Spettacolo, noumeno rimosso in sé inconoscibile, può resistere allo Spettacolo solo facendosi spettacolo a sua volta, perché questa è la precondizione della sua esistenza sociale e di ogni esistenza sociale.


Dentro lo Spettacolo contro lo Spettacolo, lo Spettacolo del Soggetto contro lo Spettacolo della Merce, la rivolta come Performance artistica, la semiotica come campo di battaglia, il Dadaismo come pratica di massa, l'irrazionalità della vita contro l'irrazionalità del suo fantasma.


L'apparenza è la realtà, più reale del reale, la superficie è profondissima, l'immagine è la cosa.


Guerriglieri situazionisti per l'esproprio spettacolare dei signori dello Spettacolo.


Non per abolirlo, ma per farlo nostro.


Liberamente ispirato a Debord

Con la pretesa di fare teoria

in forma quasi letteraria.


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