Una festa in maschera, una caduta da cavallo, batte la testa e impazzisce, finendo per credersi davvero quell'Enrico IV che impersonava.
E per oltre 10 anni tutti lo confortano in questa convinzione, per amicizia, per pietà, per interesse, inscenando l'epoca e i costumi e i personaggi. Così che lui finisca per vivere davvero la sua folle finzione.
Ma, improvvisamente guarito, capisce che non c'è ritorno. La follia è diventata reale e tornare realmente sé stesso è diventato impossibile.
Troppo tempo passato, troppe cose cambiate, occasioni perse.
Null'altro lo avrebbe atteso che un'altra finzione di vita, tanto più che già prima pazzo lo consideravano un po' tutti.
E allora continua e continua, sapendo falsa la recita e sapendola tuttavia vera, per lui, ormai più della verità.
Finché non sopportando più nemmeno la finzione della pazzia si rivela a tutti.
Rivela a tutti che la sua pazzia, solo temporanea, è da tempo diventata solo una recita
e che in realtà è sanissimo e del pazzo ha recitato solo la parte, per anni e anni.
Ma a questo punto stretto tra l'impossibilità di continuare la finzione
e l'impossibilità di riprendere una vita normale,
in un disperato guizzo finale, ferisce uno dei presenti
e allora ricominciano.
Pazzo! Pazzo!
Dopo averlo creduto pazzo
dopo averlo per un tempo brevissimo saputo sano.
E stavolta davvero
e stavolta per sempre.
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