Partiamo da una riflessione di Cesare Pavese, dai suoi diari.
Superata l'età dei grandi poemi a tema unitario, si può costruire un discorso poetico unitario attraverso una raccolta di poesie singole?
Ebbene questo problema forse senza che stesso Pavese se ne avveda si intreccia con un tema fondamentale della cultura contemporanea, il discorso per frammenti.
Cadute le grandi narrazioni unitarie come afferma Lyotard quello che accade è che il discorso finisce inevitabilmente per articolarsi in una serie di frammenti ciascuno dei quali focalizza la realtà da una certa prospettiva.
La ricomposizione di un discorso complessivo a questo punto sta nella connessione di questi frammenti, la quale però non può più procedere in maniera lineare ma solo reticolare, definendo dunque una molteplicità pressoché illimitata di connessioni possibili.
E' il discorso dell'ipertesto, il discorso dell'Enciclopedia di Umberto Eco, in parte il discorso della Decostruzione di Derrida, almeno nel momento in cui questa operata la scomposizione si avvia a ricomporre.
Superata la lettura lineare si definisce un nuovo modo di leggere (E di scrivere) un modo rizomatico, a rete, dove una molteplicità di discorsi, selezionati dal lettore in maniera ampiamente discrezionale, converge verso un unico tema affrontato contemporaneamente da diverse prospettive (Potremmo anche parlare di cubismo filosofico e letterario).
E così pure opererà lo scrittore postmoderno, una molteplicità di frammenti aperta ad una molteplicità di connessioni e dunque ad una molteplicità di letture di letture (E qui siamo nell'Opera Aperta di Eco).
Ecco un cambiamento di paradigma che abbiamo visto investire diversi autori e diversi campi del sapere.
Che io racchiuderei in una immagine.
Dall'autostrada al labirinto.
Dalla retta all'arabesco.
Dal moderno a Barocco.
Spunti di riflessione.
Estemporanei, e tuttavia coerenti col discorso generale di questo Blog.
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