L'approccio linguistico in letteratura nasce con la linguistica di Saussure.
In particolare Saussure ci offre tre idee forza.
La distinzione tra supporto materiale del segno e significato del segno (Significato/Significante)
La distinzione tra Lingua e Parola (La lingua è il sistema col suo vocabolario e le sue regole, la parola è il discorso del soggetto che realizza una possibilità particolare della lingua)
La distinzione sincronico diacronico, con preferenza per la sincronia e tendenza a ridurre l'elemento dinamico alla successione tra due stati sincronici.
Tra i primi a basare la critica letteraria sulla linguistica sono i formalisti russi.
Essi elaborano la nozione di "Scarto" e cercano il senso del testo letterario nella variazione del linguaggio rispetto ad una qualche "Media" stilistica e valorizzano tale scarto sostenendo che il compito della letteratura è proprio quello di operare uno spiazzamento del lettore rispetto alle sue abitudini culturali.
Un'altra idea base dei formalisti è che la letteratura è essenzialmente linguaggio, e la critica letteraria è l'analisi del linguaggio.
Così si sviluppa la nozione di intreccio, che è diciamo il montaggio del testo, la successione nella quale vengono raccontati i fatti (Che non coincide con la successione cronologica) e si individuano strutture - tipo quali a gradino (La storia procede per aggiunte e accumulazioni) ad anello (La storia procede per un meccanismo di azione e reazione) la struttura ad intrecci paralleli con diverse storie seguite in contemporanea, la cornice quando vi è una storia dentro una storia e così via.
Il fine è di scoprire come è fatto un testo e come funziona.
Nelle sue forme più avanzate il formalismo russo recupera la diacronia e ci dice che la letteratura evolve superando un canone attraverso un scarto, innovazione, dopodiché lo scarto diventa il nuovo canone e allora si dà un ulteriore scarto ed una nuova innovazione ecc...
E recupera il rapporto col contesto, teorizzando che questa linea letteraria è intrecciata con altre linee storiche, culturali, sociali eccetera.
Una scuola quella formalista, dunque, che si fonda sulla centralità del linguaggio ma riesce a non isolare i fatti linguistici dall'insieme dei fatti socioculturali esterni al testo letterario, ed appare dunque un metodo al tempo stesso rigoroso e quasi scientifico ma al tempo stesso flessibile. Orientato all'innovazione, alla differenza, al superamento dei canoni dati. Un approccio, diciamo, di sinistra.
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