Partiamo da due affermazioni di Nietzsche:
Dio è morto
Non ci sono fatti solo interpretazioni
Se le intrecciamo otteniamo l'idea che l'era dell'episteme, la conoscenza certa, è finita.
Nichilismo è esattamente questa fase della storia del pensiero.
Irreversibile.
Ebbene dobbiamo temere il nichilismo? Dobbiamo rimpiangere l'era della verità?
La mia ipotesi è che no.
Nichilismo è l'età dell'ermeneutica, dell'interpretazione, della decostruzione infinita dei testi
e della loro libera ricostruzione, dunque l'era della libera rielaborazione dei testi.
Il che dal punto di vista della cultura significa l'era della libertà.
L'era nella quale il senso non è dato ma generato liberamente dal soggetto.
Assieme alla sua esistenza.
Il che vuol dire l'era della libertà culturale ma anche l'era della libertà sociopolitica.
L'era dell'anarchia.
E dunque l'era nella quale diventa matura nel pensiero e nella realtà
la libertà integrale degli esseri umani dentro al flusso ininterrotto della comunicazione orizzontale che genera spontaneamente stati di cose senza passare attraverso alcuna decisione e alcuna autorità.
L'era del Rizoma.
E dunque l'era del Nichilismo è l'era dell'utopia possibile, quando quello che Marx chiamava il sogno di una cosa può finalmente cessare di essere un sogno.
E farsi cosa.
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