Gli scacchi sono un gioco pericoloso.
Rischiano di sostituirsi alla vita, e assorbire totalmente il giocatore
nel mondo della scacchiera, definitivamente.
Ma qui il pericolo è anche qualcosa di più.
Ebreo, scacchista, internato in un Campo
Tabori viene invitato dal suo avversario
(Che gli ha strappato slealmente la vittoria in un torneo
lui nazista l'altro ebreo, nell'Austria del Reich)
ad un torneo leale.
La posta in gioco è la vita dei prigionieri.
Ogni sua sconfitta porterà ad esecuzioni
ogni vittoria consentirà a Tabori
di salvare delle vite.
Sopravvissuto al Lager cercherà il suo avversario
per tutta la vita
senza trovarlo.
Finché in punto di morte
affida l'incarico ad un suo giovane allievo.
Che lo porterà a termine con successo.
E il vecchio avversario
raggiunto dalla sua stessa storia
che il giovane gli racconterà
durante un viaggio in treno
porrà termine alla sua vita col suicidio
con cui il libro si apre.
Profondo, avvincente, commovente
ci parla degli scacchi e della vita
e dei loro intrecci
noti e imprevedibili e pericolosi
con intelligenza.
Qui gli scacchi sono al tempo stesso
protagonisti della storia
e pretesto per raccontare una storia
anzi un intreccio di storie.
E ci parla forse di un destino
il destino di chi ha un compito da eseguire
preordinato secoli prima.
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