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  • Marcello Moscatelli

Saussure - Una Sintesi

Saussure è il padre della moderna linguistica e di un filone della semiotica e dello strutturalismo ha aperto vie nuove anche agli studi letterari.


Insomma una figura di una certa importanza.


Qui indicheremo il suo pensiero attraverso quattro dicotomie da lui introdotte.


1) Lingua e Parola.


La lingua è il linguaggio in quanto entità intersoggettiva data, indisponibile sia all'atbitrio del singolo che della collettività.


E' una virtualità pubblica che tuttavia risiede solo nelle menti dei singoli, e tuttavia non è personale perché le menti singole sono innestate nella stessa Lingua.


La lingua per Saussure costituisce un sistema, cioè non un semplice dizionario di nomi ma una rete di relazioni tra differenze semantiche a loro volta ritagliate discrezionalmente lungo il continuum delle cose che esistono.


Ogni parola ritaglia una porzione di realtà e la significa e tutte le parole si definiscono a loro volta l'una in relazione con le altre per differenza.


Valore è la definizione del significato così acquisito, e ha natura posizionale.


La Lingua è statica.


Questa non è una considerazione ontologica ma metodologica. Saussure decide di considerare la Lingua solo in un dato periodo, nel corso del quale essa non cambia, per vedere come funziona la Lingua come sistema. Quali sono le sue regole. Come essa opera in noi e attraverso di noi quando costituisce una invariante indisponibile.


La Parola è il discorso concreto fatto dai parlanti. Essa realizza una delle molteplici possibilità contenute nella Lingua e la fa esistere concretamente.


La Parola è l'elemento dinamico, essa può introdurre dei cambiamenti nella Lingua, ma solo parziali e solo nel corso del tempo.


Saussure esclude un cambiamento immediato dell'intero sistema.

(Ecco qui forse occorrerebbe però introdurre l'idea di cambio di paradigma, ripreso dalla filosofia della scienza, che non ci consente di escludere cambiamenti veloci come quelli che si hanno ad es. in fisica dopo alcune equazioni di Einstein. Poche Parole impreviste danno luogo ad un cambiamento di tutto il sistema. Ma è un problema che non si intende qui risolvere, solo accennare).


Anche se Saussure predilige la Lingua egli afferma anche che Lingua e parola sono interdipendenti, che la Lingua è condizione di possibilità della Parola e che solo la Parola fa esistere socialmente la lingua.


Ecco dunque un'altra tensione interna che ci consente di ipotizzare una linguistica della Parola.


Anche qui solo per accennare.


2) Significante e significato.


Sono le due componenti del segno. Il significante è la forma (Una lettera, un suono...) e il significato è il contenuto.


Qui Saussure teorizza che questo elemento referenziale del significato va messo tra parentesi al fine di studiare la Lingua come sistema e privilegiare dunque il significato come frutto del valore posizionale, come già visto.


Ciò non significa che Saussure non sappia che il linguaggio ha carattere referenziale.


Anche qui non è una decisione ontologica ma metodologica.


Anche qui si rende possibile un rovesciamento della prospettiva dentro una linguistica referenziale.


3) Sincronia e diacronia


Sincronico è lo stato della lingua in un periodo dato. Diacronico indica l'evoluzione della Lingua nel corso del tempo.


L'importanza di Saussure sta nell'aver privilegiato la sincronia consentendo così il passaggio della linguistica da storia a teoria.


Solo indagando la Lingua in un suo preciso momento si può infatti mettere a fuoco le caratteristiche sistemiche della lingua stessa ed evidenziarne la natura e il funzionamento.


Ma anche qui come sempre Saussure sa bene che le lingue cambiano. Ma capisce che per vedere la Lingua da una nuova prospettiva occorre assumere il punto di vista sincronico.


4) Paradigma e sintagma.


Il Paradigma è l'insieme delle parole semanticamente simili, tra le quali si sceglie per collocarle in un atto di Parola. Il Sintagma è la successione delle parole con significati diversi che compone un discorso.


Questa distinzione ci consente di capire che noi operiamo contemporaneamente su due piani, e dunque operiamo delle scelte e dunque la Parola è un atto creativo, che realizza una virtualità presente nella Lingua ma non la realizza in maniera semplice, meccanica, standardizzata (Per quanto vi siano anche discorsi codificati, ma non complichiamo troppo).


E dunque se è vero che per Saussure noi siamo parlati dal linguaggio è anche vero che dentro al linguaggio non siamo puramente passivi.


Per di più questa distinzione rende possibile una lettura paradigmatica dei discorsi, tipica della decostruzione, che non legge il testo nella sua dimensione lineare ma nelle sue ricorrenze terminologiche semantiche, aprendo una nuova via all'ermeneutica letteraria.


Ecco questa sintesi mi pare abbastanza completa, pur nel suo essere solo introduttiva.

E spero interessante

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