Piove nella città dell'eterna notte
e cammini per le vie della metropoli
incrociando di rado
esseri bizzarri
scarsamente umani.
Ricordava vagamente, un tempo che splendeva il sole
e le giornate erano allegre di colori
e si giocava alla vita.
Grigio plumbeo il cielo
su edifici grigio piombo
su strade grigio piombo.
E c'erano le farfalle e le lucciole
e di notte vedevi la luna
e c'erano i prati sconfinati d'erba verde
e l'azzurro del mare
e le conchiglie
e i pesci.
Baluginano luci azzurrine
dalle finestre illuminate
per le strade rari passanti
dotati dell'apposito permesso
e neri gendarmi dappertutto
a presidiare ogni incrocio.
Si potevano mangiare le fragole
appena raccolte
così succose
e le ciliegie
e sbocciavano le rose
le viole
i tulipani.
Come un ricordo
lontano
di cose
forse mai esistite.
Si strinse nel cappotto e affrettò il passo
il suo permesso scadeva
fra dieci minuti.
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