Attraverso periferie, nelle notti di primavera, puoi sentire il vocio della folla accalcata tra locali dall'aria equivoca.
E la santità non è di casa.
Ma tu egualmente percorri tragitti diagonali, alla perenne ricerca di cose sconosciute.
E la luna osserva biancheggiando con apparente indifferenze la vita che scorre.
E i lampioni color arancio gettano luci sinistre inquietanti.
Ecco la folla si muove ondeggiando, e c'è qualcosa nell'aria che è meglio evitare.
E t'allontani con passo veloce scartando a sinistra sul viale alberato dei tigli.
Attirato da luci intermittenti e gradevole musiche, t'avventuri incerto e deciso.
E il locale è arredato stile industriale, e giovani alternativi armeggiano al computer.
E trasmettono un film d'avanguardia per incalliti cinefili, in lingua originale, nella saletta attigua.
Ma tu siedi al bancone ordinando qualcosa di forte, assenzi personali per imprevedibili viaggi della mente.
Occhieggiando una ragazza dai capelli fuxia.
Devi offrirle qualcosa?
Alla prostituta o alla santa?
E concederti al ritmo della notte?
Giri gli occhi perplesso.
Ma stasera
stasera è tempo di solitudine.
Comments