Ebbri d'un ebbrezza innocente
accarezzano il vento
con un gesto gentile
tra le rovine della Metropoli
dopo l'Apocalisse.
E tutto è perduto
imperi e scudieri
prostitute ed asceti
e donne fatali su canali tv
e zelanti idioti
e servi dei servi.
Apparecchi elettronici giacciono
tra i cumuli di macerie
qualcuno ogni tanto
scintillando refoli di vita.
Zombie esitanti
sopravvivono ancora.
E tu guardi
e sorridi
alla primavera
che non verrà.