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Lezioni Americane - Visibilità - I Calvino

  • Marcello Moscatelli
  • 11 giu 2020
  • Tempo di lettura: 2 min


L'Immagine e la scrittura non sono due cose nettamente distinte, anzi sono intrecciate tra di loro. E sono intrecciate tra loro in due modi fondamentali. L'Immagine genera un testo (Letteratura). Il testo genera un'immagine (Cinema).


All'origine di un testo letterario sta un'immagine che a sua volta si connette con altre immagini e tutte si traducono in parole.

Ovviamente in questo passaggio devono entrare dentro le regole della scrittura e altrettanto ovviamente le immagini non sono insignificanti ma sono connesse a intuizioni o concetti relati tra loro.


Ed è ormai chiaro che queste immagini vengono da un altrove.

Dio o l'inconscio non importa. Una sfera diversa dall'Io cosciente.


E' noto che la nascita della fotografia prima e del cinema poi mettono in crisi l'arte e innescano nell'arte stessa un processo di rinnovamento.


Ebbene una volta compreso che anche la letteratura nasce dall'Immagine per la letteratura si pone lo stesso problema.

Come si deve scrivere in un mondo nel quale l'Immagine non passa più necessariamente attraverso il testo ma comunica di per sé? Che ne è della letteratura nella civiltà dell'Immagine?


I due poli sono da un lato quello postmodernista che assume le immagini pop o colte o entrambe e ne fa testo, in maniera ironica o mimetica o critica o quant'altro.

La letteratura nella civiltà dell'Immagine usa le immagini che la civiltà genera.


Dall'altro quello delle avanguardie letterarie che puntano all'azzeramento del linguaggio e alla messa in questione del senso per ricominciare daccapo in una maniera ancora non chiara e imprevedibile.


E dal punto di vista socioculturale si pone invece, o meglio accanto, il problema di cosa resta dell'autonomia del soggetto in una civiltà dominata da immagini preconfezionate.


E questa questione dell'autonomia dell'immaginazione può essere risolto solo individualmente, imparando volta per volta senza un metodo preciso.

Abituandosi a ricavare immagini da testi senza passare per il già visto.


E l'immaginazione per Calvino è, in maniera del tutto coerente, la capacità di vedere il possibile che non coincide con l'esistente, e forse anche la capacità di vedere l'impossibile.


Ecco, l'immaginazione di Calvino richiede e pone in essere al tempo stesso l'autonomia del soggetto.

Ed è in questo senso che la Visibilità è un valore da difendere perché custodisce la libertà.


Queste le questioni poste da Calvino, che conclude comunque che anche nella civiltà delle immagini, dentro al groviglio di problemi che questa pone e comunque si intenda risolvere tali problemi, la letteratura rimane un testo composto di parole, segni di interpunzione, righe, pagine.


Libri insomma, per come li conosciamo adesso.


 
 
 

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