top of page
Cerca
Marcello Moscatelli

E volevo e volevo

stavi tu solitaria e seduta al caffè

e ti venni vicino

coi miei fogli di carta

da impiegato al catasto

o poeta alla palazzeschi

o flaneur


e sedetti con aria sfrontata

e poeta ti dissi


e parlammo e parlammo per ore

delle rime di carta e dinchiostro

dei poeti del verde smeraldo

e di un certo locale a zurigo

di stralunati eccentrici disertori


e lenìn che giocava agli scacchi

bianconiglio correva

prevert sdilinquiva

e van gogh sanguinava

ed un altro caffè

cameriere


e la luce che prese a calare

e un locale dattorno cercammo

come guardinghi

nelle ore dell'ombra

e dei gatti randagi


e ti dissi di me e di bologna

di una certa giornata di marzo

e di roma e di di vie lastricate di fuochi


e ginestre e lamponi

e di fragole e sangue

al caffè dei celerini

all'ora del tè

le signore sono ammesse


è gradito il tallier

la collana di perle

e le calze velate

e le scarpe di fetish

rosse

o viola


e ascoltavi e guardavi

e intrecciavi le dita

e vicina e lontana

annodavi i monili

di metalli ambrati

sopra il polso sottile

dalla pelle nivea

e dal leggero tremore


e vicini e lontani


e di intrecci di trame

eran fatti gli sguardi

e di intrecci eran fatte le mani


e di intrecci

e di trame e parole

e di orologi inceppati

e di vetri incrinati

e di sguardi incrociati


e ancora e ancora e ancora


e volevo quel rosso che avevi sul viso

acceso di temperature inusitate

intenso su piccole labbra nervose


e sguinciavo con gli occhi

quello spazio tra i seni

senza darlo a vedere


e volevo e volevo

e volevo e volevo e volevo

e volevi


e baciami

allora


44 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Commentaires


Post: Blog2_Post
bottom of page