Il drugstore, allargato alle dimensioni del centro commerciale e della città futura,, è il sublimato di tutta la vita reale, di tutta la vita sociale oggettivata, dove vengono aboliti non solo il lavoro e il denaro ma anche le stagioni - lontana vestigia di un tempo che da ultimo viene anche lui omogeneizzato
Lavoro, tempo libero, natura, cultura, tutto ciò che un tempo disperso e generatore di angoscia e di complessità nella vita reale, nelle nostre città anarchiche e arcaiche, tutte queste attività lacerate e più o meno irriducibili le une alle altre - tutto questo è infine mescolato, manipolato, condizionato, omogeneizzato nello stesso travelling di uno shopping pepetuo, tutto questo è infine asessuato nello stesso ambiente ermafrodito della moda
Come nel pantheon romano coesistevano sincreticamente gli dei di tutte le nazioni, in un immenso "digesto", così nel nostro Supershopping Center, che è il nostro pantheon, si riuniscono tutti gli dei, tutti i demoni del consumo, vale a dire tutte le attività, tutti i lavori, tutti i conflitti e tutte le stagioni, aboliti in una stessa astrazione
Nella sostanza della vita così unificata, in questo "digesto" universale, non vi può essere senso
Ciò che faceva il lavoro del sogno, il lavoro poetico e quello del senso, cioè i grandi schemi dello spostamento e della condensazione, le grandi figure della metafora e della contraddizione, che si fondano sull'articolazione vivente di elementi distinti, non è più possibile
Sola regna l'eterna sostituzione di elementi omogenei
Non esiste più funzione simbolica, ma un'eterna combinatoria di ambiente in una perpetua "primavera"
Jean Baudrillard
La Società dei consumi
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