cercami nei luoghi che mai diresti dentro architetture industriali tristi di ruggini e di ricordi di polvere e ferro e sudore e rosse di antiche bandiere oramai scolorite da troppi lavaggi
abitate da personaggi brechtiani opportunamente rivisitati
che rovistano la spazzatura a cercare pepite e perle della malasorte
e tra i biancospini di periferia e corone di spine in offerta speciale tre per due al reparto supplizi
o distrattamente nelle lunghe passeggiate di una volta strappate a brandelli di residui di resti di una specie di giorni
quando gli orologi erano lenti e battevano le ore con una certa pigrizia
e il vento soffiava a levante
e la storia, ah, la storia
e il domani che canta è finito a sanremo con un discreto successo
dentro questi deserti popolati da spettri
tra libretti usurati e perle e nastrini e inutili saggezze dallo sguardo un po' stanco di troppe primavere
e vestito di vintage o di vecchio o di stile o di ridicolo o pretenzioso fuori luogo abbinando i colori a casaccio con una certa cura
e fiorellini secchi da vecchia checca sfigata
e li mettevamo tra pagina e pagina nei giorni dell'arcobaleno
ma cerchiamoci ancora frugando le vecchie fotografie chissà dove riposte chissà come trovare chissà perché un sorriso da un ricordo assassino e una lacrima da mille silenzi
e mi trovi dal lato del grigio e del rosso e delle cose sbiadite e di tutte le malinconie
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