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  • Marcello Moscatelli

Tra le rive e il tamigi

Stava la luce come sospesa

nelle fessure e i gli anfratti

e agli angoli appassiti

e ai bordi dell'occhio

brillava e spariva

e rossastra e fioca

e verde come la pece

e bianca era

fra come ragnatele

dei fili

dei tralicci di escher

e nelle case di Lovecraft

tra geometrie impossibili

e filtrava da tutte le cose

porose

sconnesse

dissestate

e alambicchi

e coltelli

e guizzano


e vieni amore

tra gli acrobati senza rete

gli oratori che balbettano

e i santi perversi

e le prostitute a parigi

e a vienna

e le ballerine al Moulin

ritratte dagli impressionisti


e certi quadri

muovono gli occhi

tralicciano

e sospirano

e stiletti al veleno


e la luce la luce

dei fiochi lampioni

oscurava la notte

e le stelle

dove jack il chirurgo

e il dottore alterato

a l'allegro sherlock

e i dadi tiravano a sorte

tra le rive e il Tamigi

a settembre inoltrato

quelche fiocco di neve

e una sala da tè

e signore

e messiè



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