Una strana canzone
una strana storia
un un undicenne
e la violenza proletaria
dunque siamo nel 77
a pochi chilometri dei pezzenti morti di fame
e senza tetto
occupano delle case
San basilio
Roma
e arrivano tremila celerini
e la gente in piazza
e sparano
e uccidono un compagno
Fabrizio Ceruso
diciannove anni
Autonomia Operaia
e fin qui quasi tutti si commuovono
poi però la storia continua
e stavolta spariamo pure noi
e la celere se ne va
a questo punto compagni
non va bene più
manca l'analisi
e poi non cho lelmetto
ma è che hai nel cuore
che l'unico povero buono
è quello morto
se ti difendi
sei cattivo
devi morire
e io piango
come i coccodrilli
e basta
Bene io avevo undici anni e ricordo che pensai
hanno fatto bene i compagni
pensai forse è troppo
intuivo coi nervi e col cuore
che era così
Perché?
Perché anche io nasco povero
e abito per un po in una casa inagibile
fredda umida muffa
che ce poi morire dentro
a starci troppo
poi le cose girano meglio
e va bene
Ma
si vede che
avevo in giro
l'idea che
avesse girato male
forse eravamo fra gli occupanti anche noi
io papà e mamma
forse eravamo in piazza
forse sparavano a noi
forse cadevo io
tipo così
e allora è facile dai salotti
che non hai freddo a gennaio
sotto i ponti di roma
forse da lì si pensa
e si sente
che tu devi morire di freddo
perché uno speculatore palazzinaro
ha troppo
e vuole ancora di più
e tiene le case vuote
che sale il prezzo delle altre
e lui guadagna di più
e
tu
devi
morire
di
freddo
e
le
case
restare
vuote
e
inutili
e allora da lì forse pensi
e senti
sticazzi io entro
tu chai troppe case bello
e se sono troppe
non sono tue
sono di chi gli servono
perché è povero
e forse da lì quando ti sparano
perché non vuoi morire di freddo
pensi che si cazzo
stavolta sparo pure io
non si può sapere
sono situazioni estreme
cosa farai lo scopri solo se ti ci trovi
e allora io
forse scappavo in india
e cercavo budda
forse sparavo
non lo so
non lo sa nessuno
non si può sapere
però capisco che
da lì
si poteva pensare di farlo
aveva un cazzo di senso
giusto o sbagliato
lo sa gesù
e allora la canzone
violentissima
come quei tempi furono
Autonomia Operaia
Per Fabrizio Ceruso
Nessun giudizio
non fummo gentili
e forse non potevamo
e pensate a noi
con indulgenza
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