Apollo e Dioniso
- Marcello Moscatelli
- 29 ott 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Dioniso è empatia. Sentimento dell'unità immediata con l'Essere. Unità con la natura, unità con gli altri esseri umani.
Questo è l'elemento fondamentale, il nocciolo duro attorno al quale si articola una OntoAntropologia sotterranea che risale ai primordi dell'umanità ma è stata rimossa.
Empatia, estetica, sensibilità.
Da qui si deve partire e qui si deve tornare.
Dall'informale alla forma di nuovo all'informale è il passaggio filosofico che si intreccia col percorso storico comunismo primitivo, società di classe, comunismo maturo.
Come denuncia Adorno la concettualizzazione non è la rappresentazione concettuale dell'Ente, ma la riduzione dell'Ente al concetto.
La concettualizzazione (L'Illuminismo) è parte del processo di costituzione delle società di classe.
L'illuminismo è Apollo.
Abbiamo dunque due OntoAntropologie, Apollo e Dioniso, che sono forme socioculturali complesse che travalicano la tradizionale distinzione struttura/sovrastruttura e definiscono un processo unitario teorico/pratico dove tra il prima e il dopo, tra la base e le sue articolazioni secondarie semplicemente non c'è distinzione ma intreccio e compenetrazione.
Ripensare l'alternativa all'esistente significa ripensare queste due OntoAntropologie fondamentali e riscoprire Dioniso come Movimento reale che sta nell'inconscio collettivo e nelle pratiche di insubordinazione che periodicamente riemergono, così come ciò che è rimosso vuole tornare alla coscienza e agire la prassi.
Il Movimento reale, la talpa che scava nella Storia è Dioniso.
Questi i termini della questione.
In sintesi.
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