Il Primo Uomo - A Camus - Un Libro
- Marcello Moscatelli
- 16 nov 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Il Primo uomo è la storia di un uomo che cerca suo padre, scomparso lui piccolissimo, e trova sé stesso.
L'uomo è Camus e la sua storia ci dice molte cose.
Ci dice della miseria, di come deprivi l'uomo dei beni, ma anche del senso, della possibilità di concepire il mondo, di capirlo, e di capire cosa accade esattamente quando il mondo lo coinvolge, lo chiama.
Una deprivazione semiotica e spirituale.
E tuttavia proprio questa umanità deprivata di tutto è l'uomo nella sua essenza più pura.
Superiore a chi gli è superiore.
E così in Camus convivono il desiderio di accedere allo spirito e quello di restare fedele ai poveri privi di spirito, il desiderio di dare voce a chi non ha voce e la coscienza che il silenzio è superiore alla parola che vuole significarlo.
Fuga e fedeltà.
Rinnegare e rappresentare.
Scrivere a nome chi non sa leggere ed è escluso dal linguaggio della civiltà.
E tuttavia al linguaggio della civiltà è superiore.
Per diventare quello che è deve tradire quello che è.
Questa la tensione interiore di Camus.
Perché lui appartiene allo spirito non meno che ai privi di spirito.
E non può compiersi senza tradirsi e senza tradire.
E ci parla Camus di una differenza.
La differenza tra chi ha sempre visto il potere come un che di altro, cui occorre resistere
e chi è nato col potere tra le mani, nei libri ereditati fin da piccolo nella biblioteca di famiglia, negli agi economici, nel ruolo e nel prestigio che dal padre si infonde nel figlio.
Naturaliter.
Fin dall'infanzia.
E ci dice come e perché dunque, l'intellettuale borghese, immagina la libertà sempre sotto la forma di un altro potere.
Il suo potere.
Il potere che gli è consustanziale e senza il quale non sarebbe quello che è.
Avete facce da figli di papà
scrisse Pasolini.
Parlava di questo.
E non diventare una altro potere è l'assillo di Camus.
Non generarlo e non diventarlo.
Resistere.
Fare spazio alla vita.
A ciò che inferno non è
come scrive Cavino.
E in questa decisione trova il senso dove il senso non c'è
nell'assurdo dell'esistenza.
Ma trovare il senso nell'assurdo
decidere di dare un senso all'assurdo
è il movimento di pensiero tipico dell'esistenzialismo.
Camus lo declina così.
Fare spazio alla vita
abolire il potere.
Si riesca o no
Qui solo sta il senso.
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