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  • Marcello Moscatelli

Il Rizoma e lo Spettacolo - A partire da Debord

Lo Spettacolo diffuso è lo Spettacolo nell'era dell'abbondanza delle Merci.

In esso la Merce si fa immagine e le immagini si moltiplicano al pari delle merci.

Lo Spettacolo diffuso è caratterizzato dalla moltiplicazione illimitata delle immagini

e dal conflitto tra le immagini.

Tale conflitto è tutto interno alla società che produce le merci e le immagini

la presuppone

la rappresenta

la riproduce

e soprattutto è esso stesso

la forma più avanzata di tale società.


Bene.


Questa forma dello spettacolo

presuppone il monopolio borghese e statuale

della produzione delle immagini.


Solo questo garantisce che il conflitto dentro allo spettacolo

sia integrazione e non antagonismo.


Con lo sviluppo delle reti telematiche

lo stato e la borghesia

perdono il monopolio della produzione di immagini

o meglio di segni.


Tale produzione diventa accessibile a tutti

e si democratizza dentro quello che Deleuze/Guattarì chiamano Rizoma.


A questo punto inevitabilmente

vengono generate immagini/segni non integrati

eccentrici

ingovernabili

antagonisti.


Il pluralismo diventa ingovernabile

il pluralismo diventa pericoloso.


Ed ecco che per governare la produzione di immagini/segni

lo spettacolo diffuso diventa inadeguato

ed esso deve integrarsi

con lo spettacolo centralizzato

tipico delle fasi economiche più arretrate.


Occorre cioè che si determini un centro del sistema spettacolare

capace di definire un discorso Mainstream

cioè di rendere centrale e potente

il discorso della merce

rispetto ai discorsi autonomi dei soggetti.


Questo mix di pluralismo e centralizzazione

esercita il suo dominio

nella forma dell'egemonia.


Costruire l'egemonia del discorso della merce

difenderla ed espanderla

diventa la questione centrale

per la conservazione dello status quo.


E qui Debord si incrocia con Lyotard

nell'interazione tra le narrazioni

il nuovo mix spettacolo diffuso/centralizzato

definisce un discorso Mainstream

un discorso dissidente ma autorizzato

(Che garantisce il pluralismo e il carattere dinamico del sistema

la sua capacità di innovarsi continuamente per non imputridire)

e un discorso proibito

meglio un insieme di discorsi proibiti.


Ciononostante a questo livello di sviluppo dello Spettacolo

il conflitto diventa irreversibilmente

un conflitto non più fittizio ma reale.


Non c'è più uno Spettacolo-Finzione-Alienazione

al quale contrapporre un Reale

c'è il Mondo della Vita

che irrompe dentro allo Spettacolo

e lo sovverte.


Oppressione e Libertà

si giocano ormai

dentro alla Società dello spettacolo.


Non si tratta più di rifiutare o distruggere lo Spettacolo

ma di appropriarsi dello spettacolo

da parte del Soggetto

per costruire lo spettacolo dell'Autonomia

contro lo Spettacolo della Merce.


E anche il Soggetto

gioca sul terreno dell'egemonia.


E' uno scenario nel quale

la realtà fisica

e la realtà dello Spettacolo

si integrano fino a diventare indistinguibili

e l'una genera l'altra

e l'una è in sé anche l'altra.


Generare Segni illegali

evitare che vengano distrutti

renderli capaci di spostare il confine tra permesso e proibito

estendendo l'Autonomia del Soggetto

e del Mondo della Vita

finché lo Spettacolo

diventi l'Immagine del soggetto vivente libero dallo Stato e dal Capitale.


Fare spazio a ciò che non è inferno

fino ad abolire l'inferno.


Note appunti considerazioni

asistematiche ma armoniche

per un nuovo pensiero critico.

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