Il Rizoma e lo Spettacolo - A partire da Debord
- Marcello Moscatelli
- 26 dic 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Lo Spettacolo diffuso è lo Spettacolo nell'era dell'abbondanza delle Merci.
In esso la Merce si fa immagine e le immagini si moltiplicano al pari delle merci.
Lo Spettacolo diffuso è caratterizzato dalla moltiplicazione illimitata delle immagini
e dal conflitto tra le immagini.
Tale conflitto è tutto interno alla società che produce le merci e le immagini
la presuppone
la rappresenta
la riproduce
e soprattutto è esso stesso
la forma più avanzata di tale società.
Bene.
Questa forma dello spettacolo
presuppone il monopolio borghese e statuale
della produzione delle immagini.
Solo questo garantisce che il conflitto dentro allo spettacolo
sia integrazione e non antagonismo.
Con lo sviluppo delle reti telematiche
lo stato e la borghesia
perdono il monopolio della produzione di immagini
o meglio di segni.
Tale produzione diventa accessibile a tutti
e si democratizza dentro quello che Deleuze/Guattarì chiamano Rizoma.
A questo punto inevitabilmente
vengono generate immagini/segni non integrati
eccentrici
ingovernabili
antagonisti.
Il pluralismo diventa ingovernabile
il pluralismo diventa pericoloso.
Ed ecco che per governare la produzione di immagini/segni
lo spettacolo diffuso diventa inadeguato
ed esso deve integrarsi
con lo spettacolo centralizzato
tipico delle fasi economiche più arretrate.
Occorre cioè che si determini un centro del sistema spettacolare
capace di definire un discorso Mainstream
cioè di rendere centrale e potente
il discorso della merce
rispetto ai discorsi autonomi dei soggetti.
Questo mix di pluralismo e centralizzazione
esercita il suo dominio
nella forma dell'egemonia.
Costruire l'egemonia del discorso della merce
difenderla ed espanderla
diventa la questione centrale
per la conservazione dello status quo.
E qui Debord si incrocia con Lyotard
nell'interazione tra le narrazioni
il nuovo mix spettacolo diffuso/centralizzato
definisce un discorso Mainstream
un discorso dissidente ma autorizzato
(Che garantisce il pluralismo e il carattere dinamico del sistema
la sua capacità di innovarsi continuamente per non imputridire)
e un discorso proibito
meglio un insieme di discorsi proibiti.
Ciononostante a questo livello di sviluppo dello Spettacolo
il conflitto diventa irreversibilmente
un conflitto non più fittizio ma reale.
Non c'è più uno Spettacolo-Finzione-Alienazione
al quale contrapporre un Reale
c'è il Mondo della Vita
che irrompe dentro allo Spettacolo
e lo sovverte.
Oppressione e Libertà
si giocano ormai
dentro alla Società dello spettacolo.
Non si tratta più di rifiutare o distruggere lo Spettacolo
ma di appropriarsi dello spettacolo
da parte del Soggetto
per costruire lo spettacolo dell'Autonomia
contro lo Spettacolo della Merce.
E anche il Soggetto
gioca sul terreno dell'egemonia.
E' uno scenario nel quale
la realtà fisica
e la realtà dello Spettacolo
si integrano fino a diventare indistinguibili
e l'una genera l'altra
e l'una è in sé anche l'altra.
Generare Segni illegali
evitare che vengano distrutti
renderli capaci di spostare il confine tra permesso e proibito
estendendo l'Autonomia del Soggetto
e del Mondo della Vita
finché lo Spettacolo
diventi l'Immagine del soggetto vivente libero dallo Stato e dal Capitale.
Fare spazio a ciò che non è inferno
fino ad abolire l'inferno.
Note appunti considerazioni
asistematiche ma armoniche
per un nuovo pensiero critico.
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