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  • Marcello Moscatelli

La Peste - A Camus - Una Lettura

La città vivacchiava in una mediocre routine. E gli affari erano tutto ciò che contava. e in questa rassicurante assenza di senso trovavano rassicurazione.

Ma irrompe la peste e la routine viene spezzata.

E ciascuno è di fronte a sé stesso.

E chi inventa una nuova routine

E chi trova nuove occasioni di fare affari

E questi sono coloro che la città com'era era proprio la loro essenza.

Ma poi c'è chi vuole fuggire dalla città in quarantena per raggiungere la moglie, e quando sta per farcela decide di restare per assistere gli appestati.

E chi decide di spassarsela come se fosse l'ultimo giorno. Che potrebbe esserlo davvero

E chi vuole la peste perché ha un oscuro passato da nascondere alla polizia

e la peste ha interrotto le normali attività. Comprese le indagini.

E l'ottimismo e il pessimismo, e ondate di variabili umori collettivi

E quando la peste ha finalmente fine tornare alla normalità si rivela al tempo stesso possibile e impossibile. Qualcosa è cambiato. Per tutti. Per sempre.


Che la peste ha messo tutti davanti alla questione del senso. E quando incontri questa questione in maniera fisica non puoi essere più lo stesso.

Ma la verità la dice quel personaggio che ha capito che la peste è la condizione normale dell'umanità. Che noi in un modo o nell'altro diamo sempre la morte agli altri, così come trasmettiamo il contagio. E dobbiamo ridurre il male che facciamo, e se possibile fare un po' di bene.

E aspira alla santità senza credere in Dio

E sarà l'ultima vittima della peste ormai sconfitta.

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