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  • Marcello Moscatelli

Nietzsche il Filologo Dionisiaco

1) Il Filologo dionisiaco è attratto dalla varietà delle forme fenomeniche

ma al tempo stesso si interroga su ciò che tali forme hanno in comune

si interroga sull'essenza.


2) Il Filologo dionisiaco fa così perché la sua interrogazione non è teoretica ma esistenziale

egli vuole capire la vita in generale, la vita che lui stesso è, la vita che deve condurre.


3) E capisce che questo appartenere alla vita significa che i molteplici fenomeni sono nella loro essenza una cosa sola. Bios.


4) Ma capire la vita che noi stessi siamo non è possibile per via teoretica, giacché qui soggetto e oggetto sono la stessa cosa.

E allora non si può che seguire la via estetica, la via della sensibilità, la via dell'intuizione, la via del misticismo.

Di un misticismo che non cade nell'indifferenziato poiché vede che le molteplici forme sono vita ma ciascuna alla sua maniera, nella sua singolarità.


5) Il filologo dionisiaco vuole cogliere contemporaneamente l'universale e il particolare giacché l'uno genera l'altro, poiché la vita è l'unità degli opposti ed è dunque in sé una e molteplice.


6) Intuizione, misticismo, estetica, panteismo. Niente di più lontano dalla filologia come disciplina accademica (Ciò che alla fine lo perderà) e nulla di più distante dello stile accademico dalla scrittura nicciana.


7) Ecco le basi del Nietzsche dionisiaco stanno in questo approccio filologico particolarissimo. La radice della radice è qui.


8) Libere considerazioni sul primo capitolo del testo Apollineo e Dionisiaco di Colli

che a mio giudizio qui centra benissimo il punto di vista nicciano anche se in seguito slitterà il discorso su piani parzialmente diversi.

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