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Postmodernismo

  • Marcello Moscatelli
  • 3 dic 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

Il Postmoderno è la crisi della Verità.

In esso la Verità scientifica non è più centrale ma è solo uno dei tanti giochi linguistici possibili.


Si moltiplicano i linguaggi e i soggetti fino al venir meno della loro universalità.


Viene meno IL linguaggio e viene meno IL popolo e La classe e così via.


Viene meno l'Uno.


Tuttavia nel caos permangono le regole immanenti ad ogni gioco linguistico, che devono essere preventivamente accettate dai giocatore.


Ma anche qui ogni mossa linguistica non è necessariamente legittimata dalle regole del gioco.


Può darsi una mossa che ecceda o rompa le regole e allora non c'è nulla di certo, o viene delegittimata la mossa o vengono delegittimate le regole e si ha una innovazione del gioco.


Ecco dunque una molteplicità caotica che contiene innumerevoli nuclei regolati le cui regole sono tuttavia esse stesse incerte.


Gestire la molteplicità, l'incertezza, il caos diventa la capacità umana fondamentale.


Tutto in un flusso ininterrotto di comunicazione a sua volta molteplice.


Ecco il Postmoderno.


Un caos regolato e l'incertezza e la molteplicità e il divenire come nuovo paradigma.


Assumere il Postmoderno è la mossa culturale decisiva per gestirlo nel senso della libertà del soggetto.


Diversamente si diventa come la moglie di Loth

che si volta indietro

e diventa di sale.

 
 
 

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