Da Kandinsky a Klein - Del Colore
- 10 giu 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Kandinskj com'è noto, sostiene l'autonomia semantica del colore.
Un colore genera un certo effetto a prescindere da tutto il resto.
Non importa se sta su un drappo o su una mela
il rosso genera un effetto in quanto rosso.
Da qui a dire che non serve raffigurare qualcosa di concreto
per significare attraverso un quadro
il passo è breve.
E abbiamo l'astrazione.
Ma l'autonomia del colore è relativa.
Infatti un colore accostato ad un altro colore può rafforzare il suo effetto o indebolirlo o modificarlo.
E questa interdipendenza dei colori fa sì che noi troviamo l'effetto complessivo nella composizione. L'intreccio complesso tra i vari colori decide il loro effetto sul Lettore.
Dunque il colore è autonomo semanticamente ma non è autonomo dagli altri colori.
L'accostamento impedisce al singolo colore di produrre l'effetto che gli è proprio.
L'unico modo per sfuggire a questa interdipendenza è il Monocromo.
Lì si cerca l'effetto Puro, per così dire, del colore sul Lettore.
Senza alcuna interferenza.
Kleyn cerca esattamente questo effetto coi suoi monocromi.
E lo cerca al punto da inventare un colore che porta il suo nome.
Un nuovo tipo di blu.
Quasi a dire che si significa coi colori, si significa meglio con un solo colore, e serve un colore nuovo per significare cose nuove.
Comments