Flaneur
- Marcello Moscatelli
- 25 mar 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Il Flaneur è uno sfaccendato che s'aggira per la metropoli.
Tipicamente benestante e libero dal lavoro circola liberamente
dove gli altri rincorrono affannosamente i loro impegni.
Ciascuno fissa la mente al suo scopo specifico e ignaro di tutto il resto.
Specializzazione professionale fissazioni ossessioni mentali.
Il Flaneur non ha alcun dover essere
e la sua mente è libera da ossessioni
e dunque guarda ovunque
e dunque vede ciò che gli altri non vedono.
Non solo ciò che ciascuno non vede
per i suoi impegni specifici
ma vede ciò che nessuno vede
per il fatto stesso di avere degli impegni
ed essere abituato a pensare
che ci sono cose importanti
e cose che non lo sono
cose interessanti
e cose che non lo sono
cose utili
e cose che non lo sono.
E cosa sono queste cose che nessuno vede?
Sono i margini della società, le sottili crepe che la attraversano
i dettagli irrilevanti
una sfumatura di colore
una distonia
una sintonia
un'analogia
una ironia...
E ciò che vede il Falneur
sembra marginale
ma è il vero centro di tutte le cose.
L'inutile, l'inessenziale, il dettaglio, l'eccezione...
rivelano la realtà in maniera indiretta
più e meglio
dell'osservazione diretta di ciò che interessa tutti.
Ed ecco che la critica radicale
può venire solo da uno sguardo così
che vede l'essenza delle cose
dove nessuno la vede
e vede cambiamenti necessari
dove nessuno vede nemmeno il problema.
E di questa prassi passiva la rivoluzione ha bisogno
la teoria rivoluzionaria ha bisogno
più di quanto abbia bisogno
dei fiumi d'inchiostro dell'intellettuale impegnato classico.
Per dirla alla Battiato
Ci salverà
chi non ha voglia di far niente
e non sa fare niente.
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