Il Compleanno - H. Pinter
- Marcello Moscatelli
- 14 mag 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Un rifugio sicuro, una modesta pensione. Unico ospite. Per un anno.
Pianista, si dice. Vero? Falso?
Certo c'è nel suo passato qualcosa di non detto.
Una fuga.
Una fuga da qualcosa, un'organizzazione. Politica? Religiosa? Criminale?
Ma Loro lo trovano, e la sua festa di compleanno diventa un'inferno di eventi violenti
scene su scene confuse e vittime e carnefici si alternano e si confondono.
Comportamenti comprensibili solo per allusioni metaforiche liberissime.
Certo sembra che lui è fuggito da Loro e Loro sono venuti a riprenderlo.
Perché non si sfugge all'Organizzazione, alla disciplina, all'Ordine.
Bisogna stare sulla retta via.
E al termine della serata ridotto una larva umana, incapace perfino di parlare
con ogni probabilità ad opera di Loro, in qualche modo,
lo portano via.
L'Ordine è ristabilito.
Il fuggiasco, l'eretico, il ribelle
tornerà a "casa".
Interpretare questo testo è impresa difficilissima
ma a mio giudizio c'è dentro
l'idea che la ricerca del Senso
o è libera, fluida, indisciplinata
e allora è la ricerca del soggetto
che può perfino accettare l'assenza di senso
come condizione da accettare e vivere con serenità
Oppure è organizzata, gerarchizzata, ideologizzata
e allora è la paranoia del potere
la mania del controllo
che distrugge il Senso nel momento stesso in cui lo pone e lo difende
perché distrugge il soggetto e la sua libera ricerca
che è il luogo naturale del Senso.
E qualunque cosa offra in cambio,
e promette di offrire molto,
non vale ciò che si perde.
Mai vendere l'anima
non al Diavolo
non a nessuno.
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