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Il Soggetto non esiste - Conferenza Testuale

  • Marcello Moscatelli
  • 1 giu 2020
  • Tempo di lettura: 5 min

Cominceremo questa conferenza testuale leggendo, per così dire, un agevole libretto di Heidegger, da titolo "Identità e differenza".

In questo libretto H. si occupa del principio d'identità e lo tratta in modo assolutamente innovativo, profondo, radicale, eccentrico, rivoluzionario.

Egli sostiene infatti che IL PRINCIPIO D'IDENTITA' E' SBAGLIATO.

Eppure tutta la nostra cultura è fondata proprio su qesto principio, eppure sembra un principio autoevidente. Come può una cosa esse diversa da sé stessa?

Bene.

H. spiega che il principio d'identità impone all'essere una forma determinata e statica.

"E che c'è di male?" direte voi.

C'è di male che L'ESSERE NON E' FATTO COSI'. E lo stesso Aristotele lo sapeva benissimo, infatti dirà che "L'Essere è ciò che si dice in molti modi".

E perché mai si direbbe in molti modi se non FOSSE in molti modi?


E' che Aristotele intende questo. L'Essere si traduce in una molteplicità di enti, dunque è molteplice, dunque si dice in molti modi.

Ma ciascun ente in sé è UNA COSA SOLA alla quale si applica il principio d'identità. Ebbene Heidegger radicalizza la molteplicità aristotelica e ci viene a dire che ANCHE IL SINGOLO ENTE E' MOLTEPLICE e dunque il principio d'identità non vale, non sussiste, non corrisponde alla realtà né dell'Essere ne dell'Ente.


Ma se il principio d'identità non corrisponde a queste due cose allora non è valido. E questo è aristotelico, perché il pensiero di Aristotele è basato sull'isomorfismo tra Soggetto e Ente.


Insomma con Heidegger nasce una sorta di sinistra aristotelica che radicalizza la molteplicità e tiene fermo l'isomorfismo e ne conclude che il principio d'identità non è valido.


Insomma, in sintesi e per intenderci, Heidegger ci dice che in tutti questi millenni abbiamo sbagliato tutto.

Questo su Heidegger.


E qui interveniamo noi.

Perché non stiamo facendo storia della filosofia, stiamo facendo filosofia, non stiamo raccontando cosa pensavano i vari filosofi, ma intendiamo dire cosa pensiamo noi.

E noi pensiamo che lo stato attuale dell'Essere e dell'Esserci sia tale da imporre un cambio di paradigma, un evento, una discontinuità radicale nel pensiero e nella prassi, che muove anche'esso (Il nostro discorso) dalla critica del principio d'identità così come la pone Heidegger.


Bene.


Abbiamo detto cosa vogliamo fare e allora facciamolo.


Ripartiamo da Heidegger. Heidegger dice che A=A è falso perché l'Ente è intrinsecamente e ontologicamente molteplice.


Heidegger su questa base e come già visto fonda una sinistra aristotelica. Ebbene noi intendiamo fondare una sinistre heideggeriana che radicalizza anch'essa il tema della soggettività. E allora diremo che "A=A è falso perché L'Ente è molteplice" non ci basta. quello che oggi occorre dire è che "A=A è falso perché l'Ente non esiste".


E' l'Ente di cui parliamo è innanzitutto l'Esserci. Cioè noi.


Dunque ridecliniamo e diciamo "L'Esserci non esiste" cioè "Il Soggetto non esiste".


Ecco. La New Italian Theory ci dice che "Il Soggetto non esiste".


Questo è il punto di partenza del nostro ragionamento. Ma questo lo diremo dopo. Ora apriamo una parentesi.


C'è un altro discorso fondato sulla molteplicità che si chiama Italian Theory. Ebbene è proprio questo discorso che noi intendiamo radicalizzare. Da qui il titolo della conferenza.


L'Italian Theory, come tutti sappiamo, vede nel pensiero di Toni Negri uno dei suoi principali punti di riferimento e nel Postoperaismo il suo nome attuale.

Anche questo pensiero, si diceva, è basato sulla molteplicità, ma qui si tratta di una molteplicità non solo ontologica ma sociale.

Il nome di questa molteplicità sociale è Moltitudine. Questo è il perno del pensiero e della prassi postoperaista. il soggetto a cui il postoperaismo fa riferimento.


Ebbene anche qui radicalizziamo e ripetiamo che il soggetto non esiste, dunque che la Moltitudine non esiste. Questo punto di partenza definisce la nostra posizione. Che chiameremo "New Italian Theory" o anche Post/Postoperaismo.


Ora abbiamo chiarito il nostro punto di partenza e come si posiziona rispetto alle filosofie affini (Si configura cioè come una sorta di continuità, che attraverso la radicalizzane della molteplicità, che diventa l'inesistenza, si traduce in una discontinuità. Un cambio di paradigma, un Evento).


Adesso possiamo cominciare.


Cosa significa dire che il soggetto non esiste? Ebbene significa dire che non esiste.

Ma siccome il non essere non è (Ce lo ha spiegato Parmenide) allora "Non esiste" può significare solo che esiste in modo radicalmente diverso.

Siamo cioè in presenza di una nuova ontologia, un nuovo modo d'essere dell'Esserci.

Un modo radicalmente altro.


Ciò che non esiste davvero è il soggetto come è stato finora. Nel campo della metafisica, che Heidegger ha inteso superare generando una post metafisica e che noi, superando Heidegger, traduciamo in una Post/Postmetafisica.


Abbiamo fatto un passo avanti.


Ora non ci resta che arrivare, finalmente, al punto.


Come è fatto il soggetto quando il soggetto non esiste?


Ebbene in queste condizioni il soggetto è indeterminato, velato, caotico. Appartiene a "Più o meno" "Per lo più" "Quasi" "Pressappoco".


Ecco, la parola chiave è l'ultima.


Il soggetto che non esiste appartiene al Mondo del Pressapoco e non all'Universo della Precisione.


E' un soggetto che comincia a nascere molto prima che il suo destino autentico si compia. Comincia con la Comune di Parigi, con gli operai che sparano agli orologi perché hanno capito che l'orologio segna il tempo dello Stato e del Capitale che annichilisce il soggetto imponendogli una forma determinata (A=A).

E che questo tempo del dominio deve essere cancellato, bisogna sparargli addosso. Perché solo il soggetto del Pressappoco è un soggetto libero.


Ecco il punto decisivo.


Il soggetto che non esiste, il soggetto del pressappoco, è il soggetto LIBERO.


Dunque l'Evento è il compimento della profezia hegeliana dell'avvento della Libertà Universale, ma in un modo radicalmente antiegeliano.

Nel modo della contraddizione come forma permanente dellEsserci. Come nuova ontologia.


Non l'avvento della Ragione garantisce la Libertà ma al contrario l'affermarsi di una sorta di Irrazionalità ragionevole, che dà luogo a verità "Pressappoco vere", vere "Per il momento" e poi destinate ad un eterno divenire nel quale ciascuna Verità è vera e poi diventa falsa in favore di un'altra Verità che a sua volta diventerà falsa e così via. E con il divenire della Verità sta in divenire perpetuo anche il soggetto nel pensiero e nella prassi.


Continuo fluire da identità a identità che cancella l'identità per la sua stessa impermanenza, e libera dunque il soggetto diciamo eracliteo dalla sua stessa identità


Ma questa verità ontologica, il compimento della Libertà, finalmente realizzato, non corrisponde affatto allo stato delle cose. Al soggetto nella sua esistenza empirica. Alla prassi.


Perché noi siamo ancora dentro al principio d'Identità A=A. Perché noi siamo ancora dentro al tempo dello Stato e Del Capitale.


Che continuano a sussistere come realtà fittizia (Ma non per questo meno efficace) anche nel tempo in cui sono ontologicamente superati.


E allora ecco che la New Italian Theory e il Post/Postoperaismo sono un antagonismo. Si tratta, attraverso l'affermazione teorico/pratica della Verità della nuova ontologia, di rovesciare un mondo rovesciato. Dove il vero è falso e il falso è vero.


Ecco. A questo punto credo di aver chiarito i punti fondamentali del mio discorso, dunque è il caso di chiudere qui.


Ovviamente la conclusione è provvisoria e il dibattito rimane aperto.




 
 
 

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