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Intratestualità - Ovvero del Testo

  • Marcello Moscatelli
  • 31 mag 2020
  • Tempo di lettura: 2 min


Oltre all'intertestualità esiste l'intratestualità.


Cioè gli elementi del Testo sono correlati ad altri elementi dello stesso testo, in forma rizomatica.

Al tempo stesso il Testo ha una forma lineare e una connessione rigida tra gli elementi del Testo.

Tutt'eddue queste cose sono vere.

Quale dei due elementi prevale è questione di storia della cultura.


Alla concezione lineare si è sostituita quella rizomatica, fino all'esito della decostruzione che destruttura ulteriormente il testo ricavandone infiniti testi dal significato imprevedibile. E questa è una pista che ci porta a Derrida.


Derrida come teorico della decostruzione ha influenzato potentemente la critica letteraria nel senso dell'ermeneutica del lettore.

L'ultima ermeneutica, la più avanzata.

L'ermeneutica che sostiene che il lettore decide il testo.

Oltre Eco, che individua nel testo delle venature da rispettare pena l'inadeguatezza dell'interpretazione, l'ermeneutico postrutturalista ignora del tutto ogni qualità immanente al testo originario e anzi attraverso la lettura istituisce un nuovo testo, che sostiene non essere meno originario e autentico di quello originario in senso classico.


Ed ecco che la morte dell'autore si rovescia nel suo contrario, l'autore diventa irrilevante ma ogni lettore diventa autore e così pure ogni lettore del lettore e così via.


Questo il primo senso dell'intratestualità.


Inoltre l'intratestualità significa che la connessione tra le parti del Testo dà luogo ad una Totalità, e a questo punto siamo nella situazione che per capire la Totalità dobbiamo innanzitutto comprendere i singoli elementi del Testo ma gli elementi del testo, relati tra loro, acquistano un senso solo nell'intratestualità, e dunque nella totalità.


E' una delle forme del circolo ermeneutico. E questa pista ci porta a Gadamer.

Gadamer è appunto il teorico del circolo ermeneutico (che ha molti significati ma qui isoliamo la circolarità parte/tutto).

Sua teoria peculiare è che il cisrolo è necessario e non si può uscirne.

Bisogna starci dentro nella maniera giusta. E ovviamente a questo punto sorge la questione di quale sia la maniera giusta e chi lo decida.


Bene, in piena continuità col primo significato dell'intertestualità, anche qui decide il lettore.

Diciamo i lettori.

Diciamo la comunità degli interpreti.

E quello che la comunità degli interpreti decide è vero fino a prova contraria.


Ma non si creda che ciò irrigidisca la cultura in una forma definitiva.

La prova contraria, dato un tempo sufficiente, arriverà senz'altro e la comunità degli interpreti modificherà la sua decisione e darà luogo ad un'altra configurazione stabile fino a prova contraria e così via.


Dunque niente decisioni definitive e imperative ma configurazioni temporaneamente stabili e soggette al flusso ininterrotto del divenire del discorso interno alla comunità degli interpreti.

Che dunque è democratica.


Insomma il testo è una macchina molto complessa, i cui effetti di senso sono un problema teorico più che un dato di fatto.


Problema teorico che qui abbiamo affrontato attraverso due elementi dell'intratestualità


Un punto di vista parziale e discrezionale, ma tutti i punti di vista lo sono.


E da questo punto di vista mi pare si vedano cose interessanti

 
 
 

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