L'Assenza - Percorrendo Derrida
- Marcello Moscatelli
- 10 mag 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Lo strutturalismo, dice Derrida, è l'emergere di un problema nel momento in cui ciò diventa necessario e possibile.
Se il segno è significato e significante ebbene il problema che emerge è l'assenza del significato e il momento è quando tale assenza diventa storicamente e culturalmente evidente.
Il significato è assente perché è il significato è l'essere, e l'essere è noumenico e dunque inconoscibile. E dunque non è una evidenza che possa essere semplicemente indicata dal linguaggio.
Il significato è assente inoltre perché c'è rispetto ad esso una eccedenza del linguaggio (L'essere è ciò che si dice in molti modi - Aristotele) e dunque la scelta linguistica decide cosa dell'essere viene significato e dunque cosa emerge e dunque cosa l'essere è in termini socioculturale (Ed è chiaro che l'essere si dice per metafora, all'essere si allude, perché, appunto, esso è in quanto inconoscibile, assente).
Ed ecco che dunque il linguaggio, la scrittura è una forza creatrice.
Ciò che è scritto viene ad esistere proprio e solo perché è scritto.
Il linguaggio allude all'essere noumenico per metafora, è fondato su tale essere ma al tempo stesso genera l'essere nella sfera della cultura attraverso il linguaggio e la scrittura.
Ed ecco dunque che emerge quel lato del segno che si chiama significante e sul quale lo strutturalismo si incentra.
Centratura che riposa su quanto abbiamo appena detto.
Il significante è centrale perché l'essere è assente e perché il significante genera l'essere.
E il linguaggio come forma è apollineo, ma non può non dire il dionisiaco.
Note.
Forza e significazione
in La scrittura e la differenza.
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