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La casa dei Krull - G Simenon

  • Marcello Moscatelli
  • 18 mag 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

I Krull sono una famiglia tedesca che vive in terra francese.

Naturalizzati ma mai integrati del tutto.

Guardati con diffidenza da tutti vivono isolati ai margini della cittadina

e gestiscono un piccolo emporio di cui si servono solo i marinai di passaggio.


L'arrivo di Hans e l'omicidio di una giovane donna agiscono da catalizzatori

dell'ostilità di tutti.


Hans, anch'egli tedesco, è doppiamente straniero, straniero in Francia e straniero presso i Krull, diverso com'è da loro.


Ed è a causa sua che il caso ormai quasi dimenticato della giovane donna viene riaperto

e i sospetti di tutti si appuntano sui Krull

e l'ostilità perde ogni freno inibitore

fino alla tragedia finale.


A quel punto, e solo a quel punto, Hans se ne andrà.


E non si può fare a meno di pensare che fosse lì per questo

per compiere la tragedia

probabilmente contro la sua stessa volontà

per volere del Fato.


Ed'è sull'essere stranieri, estranei, altri, diversi

che il libro verte

sull'intolleranza e sulla violenza

e su come possano essere spontanee e perfino banali

e starsene in quiete sottotraccia

fino ad esplodere all'improvviso

per un motivo qualsiasi

e perfino, nei loro esiti estremi,

quasi per caso.


E sui tentativi maldestri di integrazione

che rendono i Krull al tempo stesso troppo diversi

e troppo poco.


Né uguali, né alieni.

Inquietanti.


Come dice Sandro Penna

Beato chi è diverso essendo egli diverso

ma guai a chi è diverso essendo egli comune.


Troppo comuni per essere diversi

e troppo diversi per essere comuni

i Krull seguiranno il loro destino.


Ma la vita continuerà.


Nonostante tutto.

 
 
 

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