Numero Zero - U Eco
- Marcello Moscatelli
- 20 mag 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Un giornale messo su per finta.
Per far intendere che se lo si facesse sul serio si potrebbe dar fastidio a qualcuno.
Così che questo qualcuno scenda a patti con te e ti ammetta nel salotto buono.
Tu ricco ma di poco status.
Una combriccola di giornalisti improbabili e un direttore che sta al gioco del proprietario.
E passo passo i trucchi del mestiere rivelati ad uno ad uno, fino a far intendere
che per un giornale informare è l'ultimo dei problemi.
Influenzare e nascondere, queste le funzioni vere.
E rassicurare e spaventare.
Finché uno dei giornalisti, con una mentalità che oggi chiameremmo complottista,
ricostruisce la storia d'Italia sull'ipotesi che Mussolini non sia morto fucilato
ma fuggito all'estero in attesa di tornare alla ribalta.
Con gli appoggi più varii e imbarazzanti.
E di qui tutte le trame e le stranezze e i misteri ricostruiti con l'intento di farne un libro.
Sembrano innocue fantasie, ma quando il giornalista viene trovato ucciso il protagonista, che era a conoscenza di tutto, comincia a pensare che forse qualche verità scomoda l'aveva pur trovata, e che forse anche lui era in pericolo, e così il direttore del giornale, anche lui a parte del progetto storico-letterario di cui s'è detto.
Il direttore progetta di cambiare identità e fuggire all'estero, il protagonista se ne va in campagna con la sua compagna, contando sul fatto che la loro relazione non è nota.
E via con le paure finché una sera la BBC trasmette un documentario nel quale, a parte Mussolini, si conferma alla lettera la ricostruzione fatta dal giornalista per il libro che non scriverà mai.
Ed è la liberazione, essere a conoscenza di segreti già resi pubblici ti rende innocuo. Dunque libero.
Ed è una storia di perdenti, di improvvisatori, di cinici e di ingenui capitati in un gioco più grande di loro.
Ed è la storia della stampa che, come dice ad un certo punto il direttore
Non sono le notizie che fanno il giornale. E' il giornale che fa le notizie.
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