Pagliacci. DadaTesto
- Marcello Moscatelli
- 24 mar 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Moltitudini moltitudini moltitudini
moltitudini sterminate attraversano la metropoli
e io sono moltitudine
e attraverso le informazioni che mi attraversano
e sono le mie parole e le parole sono io
e chi ha rubato le mie parole?
Inabissate potenze arcane arcaiche e modernissime
e c'è qualcuno nella mia testa ma non sono io.
Ammassa il tuo cervello nell'industria culturale
e splendi pazzo diamante
abbiamo dei progetti per te.
Ma io sto nella mia bolla personale
dentro un oblò
bolle semiotiche personali
e non ho nessun progetto
e non sarò progettato.
Povero pagliaccio riluttante.
E immagino cose inesistenti
sennò non varrebbe la pena
e dentro programmi di programmi TV
ordino un personale menù.
Ma sono lo scarto la differenza l'imprevisto il dettaglio la crepa
la sabbia nell'ingranaggio
buffone luddista telematico antitelematico.
Più complesso di un lavoro
ma meno redditizio
parlare a bassissima voce
di pensieri che pensavo pensati
un bagaglio culturale in un trolley
acrobatico pagliaccio contemporaneo.
Indesiderabile indesiderato
dissipo l'esistenza in inutili gesti
e strutturate strutturate strutturanti.
I disegni che facevo da bambino.
Preferirei di no.
Disoccupate le strade dai sogni
e avvisate gli psichiatri.
Imprevisti proibiti tragitti di percorso
povero acrobatico pagliaccio contemporaneo
luddista di lucenti vetrine in frantumi.
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