PostIlluminismo - Un intervento
- Marcello Moscatelli
- 28 mag 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Questa è la sintesi di un intervento mio
nel corso di un dibattito filosofico con Bifo
Che cos'è l'illuminismo?
Questo ce lo spiega Adorno.
L'illuminismo è una tecnica
che apparentemente conosce l'ente
ma in realtà lo decide.
Impone una forma
ad un ente che è in sé caotico
e dunque molteplice, fluido indefinito
e dentro alla forma non ci sta.
Dunque la forma imposta all'ente dall'illuminismo
è una violenza esercitata sull'ente
una forma di dominio.
Pura tecnica priva di senso.
Ciononostante nella storia
l'illuminismo non si presenta subito
nella sua essenza pura
ma in un'altra forma.
Come spiega Nietzsche
nella Tragedia
apollo e dioniso si armonizzano
e apollo parla la lingua di dioniso.
Ecco, questo è il punto.
Dioniso è ciò che all'inizio
conferisce senso
a ciò che in sé
è pura tecnica.
Ma cos'è dioniso?
Da dove viene?
Dioniso viene dalla cultura prima dell'illuminismo
dioniso è la cultura del segno
che sta prima
della illuministica cultura del concetto.
Il segno significa l'ente
ma non lo definisce
e dunque lo lascia sussistere.
Il segno è sinestetico
e dunque coinvolge la sfera
della sensibilità psicofisica
e dunque il segno
è empatia, socievolezza, amore per l'essere
risonanza immediata tra il caos che è il soggetto
e il caos che è l'essere stesso.
E questa cosa qui
è appunto dioniso.
Ma l'illuminismo
per sua stessa natura
tende a compiere la sua essenza
dunque ad affermare progressivamente la tecnica
dunque a dissolvere progressivamente dioniso.
Questo processo accade lentamente nel tempo
ci vogliono diversi millenni
ma alla fine
l'illuminismo si compie
realizza la sua essenza
afferma la tecnica
e dissolve dioniso definitivamente.
Ma compiendosi si autodistrugge
perché dioniso è esattamente
l'elemento razionale preilluministico
che dava un senso
all'illuminismo stesso.
Venuto meno dioniso
abbiamo una tecnica priva di senso
priva di fondamento
priva di giustificazione razionale.
A questo punto
non si può più stare nell'illuminismo
bisogna procedere oltre.
E abbiamo il postilluminismo di destra
cioè una tecnostruttura autoreferenziale
che non si appella più ad alcuna giustificazione
ma semplicemente si dà
e si pone come intrascendibile
perché si. E basta.
Quello che noi non possiamo più fare
è contrapporre l'illuminsmo
al postilluminismo di destra
perché, appunto,
l'illuminismo ha anch'esso perso
assieme a dioniso
ogni giustificazione razionale.
Ci serve dunque un postilluminismo di sinistra.
Non un tecnostruttura ma un reticolo comunicativo intersoggettivo.
Ma noi abbiamo bisogno di senso
e il senso è dioniso
e dunque il postilluminismo di sinistra
è anche un preilluminismo.
Il recupero della cultura del segno.
Ma è anche un antilluminismo
perché nel postillumismo di sinistra
dioniso governa la tecnica
e non più il contrario.
Ecco.
Questo è il postilluminismo di sinistra.
Un luogo postillumistico, preilluministico, antilluministico.
Un luogo al tempo stesso
culturale, sociale, ontologico.
Vedete, compagni,
c'è una canzone di Ligabue
che ad un certo punto fa
"Niente paura si vede la luna perfino da qui".
Ecco, se noi siamo capaci
di costruire il postilluminismo di sinistra
e solo se siamo capaci di fare questo
allora avremo costruito un luogo
dal quale
nonostante tutto
ancora
si vede
la luna.
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