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Quello che è strano, via. Beckett

  • Marcello Moscatelli
  • 18 mar 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Complesso testo di Beckett.


Un uomo rinchiuso in un cubo cerca la posizione più confortevole.

E senza mai trovarla prova e riprova diverse posizioni e solo nella variazione continua che alterna e muove la sofferenza da un punto all'altro del corpo trova un certo sollievo.


I motivi del testo sono innumerevoli. Ne individueremo discrezionalmente tre.


La luce, lo spazio, l'immaginazione.



La luce è sollievo e dannazione. si cerca la luce come si cerca l'acqua poi si cerca il buio come si cerca il riposo. La luce è vita, la luce è Dio, la luce in genere si associa al positivo. Ma qui è positivo e negativo assieme, o meglio alternativamente. Dunque anche la luce non è risolutiva.


Lo spazio è il problema immediato principale, costringe ad acrobazie assurde che non lasciano riposo. Anche qui il bene è alternanza. Una posizione è bene poi diventa male e via un altra che è bene e poi diventa male a sua volta e via così. Non c'è riposo nello spazio, non c'è soluzione. Movimento sofferenza e barlumi di pace.


L'immaginazione è quello che resta in assenza di realtà. E allora pensieri di pensieri di filosofi e donne forse esistite forse immaginate e sempre si torna sui pensieri pensati sulle immagini immaginate e sempre lo stesso e sempre variando e anche qui non c'è pace se non nell'alternanza dei pensieri di pensieri e di immagini uguali e diversi. Non c'è soluzione alcuna. Frammenti di pace nella sofferenza. Solo questo. Il testo termina quando termina l'immaginazione. E questa è la fine.



Interpretare questo testo non è semplice, ma ci proveremo.

La chiusa contiene la chiave.

L'immaginazione è morta, sembra dire Beckett. E segue il nulla. La fine.

Ma si può leggere in positivo, e io tendo a farlo.

L'immaginazione finisce e dopo c'è il nulla. Ma il nulla è di nuovo il cubo e la luce e lo spazio e l'immaginazione.

Dunque dopo il nulla c'è di nuovo l'immaginazione e via all'infinito.

E allora sopravvive la speranza di uno scarto. Una minima quantistica variazione. Il battito d'ali e il tornado.

E l'immaginazione potente vince. I

l cubo va in pezzi e l'uomo esce.

Libero.

Ecco, io custodirei la speranza nella vittoria di un'immaginazione senza potere.


 
 
 

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