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Rivolta e Rivoluzione

  • Marcello Moscatelli
  • 24 mag 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

La Rivoluzione è la presa del Potere.

La Rivolta è l'allentamento della presa del Potere sulla Vita.


Sartre e Camus.


Sartre politico che sostiene l'idea rivoluzionaria

fino ad aderire al PCF

e Camus che vuole una rivolta esistenziale.


Due esistenzialismi.

Due prospettive alternative.

Se vogliamo Comunismo e Anarchia.


E se crediamo, come io credo,

che nella sostanza delle cose

ogni Potere è uguale a ogni Potere

e varia solo l'Intensità della sua presa

allora la prospettiva di Camus

appare l'unica veramente sovversiva

perché opera non sulla fiducia ingenua in un Potere buono

(Inesistente)

ma sulla sola cosa che fa la differenza

la liberazione della Vita.


Oltre la Rivoluzione c'è la Rivolta

che sola garantisce che dal cambiamento non nascerà una oppressione peggiore

cioè più intensa di quella dalla quale si intendeva liberarsi

perché appunto la Rivolta non genera un nuovo Potere

ma riduce la Presa del Potere sulla Vita.


Direttamente, qui e ora.


Ma in prospettiva diacronica la Rivolta

si traduce in una sorta di Gramsciana guerra di posizione

nella quale tuttavia le roccaforti e le casematte del Potere

non vengono occupate ma decostruite

generando spazi di libertà sempre maggiori

in processo di tempo

fino a raggiungere il limite estremo

dell'abolizione di ogni Potere

e della Liberazione Integrale della Vita.


Per dirla con Calvino

fare spazio a ciò che Inferno non è

sempre più spazio

fino ad abolire l'Inferno.


 
 
 

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