Segni senza senso - Dell'Arte Segnica
- Marcello Moscatelli
- 30 mag 2020
- Tempo di lettura: 2 min
L'arte segnica è una forma dell'astrazione, ma una astrazione che non fa ricorso a nessun elemento riconoscibile, né geometrico né concettuale.
E' un segno che può essere basato sulla velocità d'esecuzione e sulla conseguente spontaneità e casualità dell'esito dell'opera, che l'artista non premedita ma in qualche modo viene da sé o al contrario sulla costruzione ragionata e lenta di un segno riconoscibile reiterato, benché privo di ogni referente.
Nel primo caso abbiamo Mathieu, nel secondo Capogrossi.
Nel segnico veloce vengono assimilati, l'incompiutezza, il vuoto, il caso, l'irrazionale, assimilati dalla cultura zen e dal Dada, nel segnico costruito che diviene icona riconoscibile, riproducibile, decorativa vediamo elementi della Pop Art.
Ma il centro del discorso è che i segni sono privi di senso. Significano sé stessi.
O meglio, io credo, vengono a dirci che c'è qualcosa di nuovo da dire che non si può dire coi linguaggi disponibili e allora dobbiamo inventarne di nuovi, non importa se il contenuto è indeterminato.
Perché il discorso è appunto che ai nostri discorsi manca qualcosa di essenziale che anch'esso è ancora indeterminato.
Si intuisce che c'è ma non si sa cosa sia.
Una cosa simile ad una Teologia Negativa.
C'è un indeterminato la cui esistenza viene avvertita, si avverte che è un che di essenziale, ma non si può determinare nei suoi contenuti, perché per fare questo occorrerebbe un radicale cambiamento di paradigma, che ancora non è dato.
L'Arte segnica pone dunque una esigenza che non può soddisfare, ma questo è al tempo stesso un limite e il suo punto di forza, la sua rottura.
Nell'assenza di referente pone l'esigenza e lascia al lettore dell'Opera di risolverla da sé, avviando un processo di pensiero e sensibilità.
Ed ecco di nuovo il segno al centro di tutto
Perché siamo animali semiotici.
E niente come un segno senza senso
stimola la ricerca di senso.
Comments