Semiostrutture. Alto e basso.
- Marcello Moscatelli
- 19 mar 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Diceva Eco in tempi non sospetti che in futuro si sarebbero fatte tesi di laurea sui Penauts.
A dire che con lo sviluppo degli studi semiotici ogni oggetto culturale sarebbe diventato degno di attenzione. Anche i prodotti della cultura Pop, della cultura "bassa".
In effetti così è stato e il superamento della distinzione rigida alto basso si è poi compito nelle culture semiotiche, strutturaliste, artistiche, postmoderniste.
In effetti il metodo strutturalista supera l'analisi dei contenuti ed è orientato alle forme, e allora tutti gli oggetti culturali hanno una forma linguistica, una struttura, e allora sono uguali (Radicalizzando). Se al centro c'è il metodo, la logica di funzionamento degli oggetti culturali allora il metodo si applica a tutto ciò che ha una struttura.
E a questo punto ciò che diventa centrale non è una distinzione oggettiva ma la recezione dei testi.
Dobbiamo concluderne che un fotoromanzo a basso contenuto semantico è uguale alla divina commedia?
Non è detto.
La recezione dei testi è un fatto sociale, la comunità degli interpreti interpreta e interpretando conferisce un valore estetico, etico, politico differenziati.
E può decidere benissimo (E in effetti ha deciso così) che la divina commedia vale di più.
Quello che cambia è che la gerarchia del valore di un testo non più un dato. E' una decisione, e così come la comunità degli interpreti nel suo insieme può prendere una decisione generale alcuni interpreti particolari possono decidere diversamente.
Non è escluso che gli antropologi possano dare valore ai fotoromanzi come rappresentativi di certe sottoculture più che alla divina commedia.
E gli antropologi avrebbero le loro ragioni.
Dipende. Da che dipende? Da che punto guardi il mondo tutto dipende...
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